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E’ madre chi? Scopriamolo con l’autrice Cinzia Pennati

Cinzia Pennati Autrice

Questo sarà il mio ultimo articolo per Italiani.it dopo cinque anni di collaborazione. In questi anni abbiamo affrontato numerosi temi e lo abbiamo fatto con un comune denominatore: parlare del bello di questo Paese a 360 gradi, farne scoprire le eccellenze agli occhi del mondo. Lo abbiamo fatto come in una grande famiglia e oggi ho scelto uno degli argomenti che mi stanno più a cuore, come la maternità. Sin da giovanissima ho sostenuto che “anche non voler essere madre è un diritto”, poiché una donna è già completa di per sé anche se non sente di avere un bambino. E ad ogni modo si può essere madri anche senza fare figli. Oggi però vorrei cercare di capire insieme a tutti voi… E’ madre chi? E per rispondere a questa domanda dalle molteplici sfaccettature ne parlerò con l’autrice e docente genovese Cinzia Pennati, che ha scritto per Mondadori proprio un libro con questo nome.

Cinzia Pennati

Cinzia, com’è nata l’idea di scrivere “E’ madre chi…“?

La necessità è nata dal proporre un immaginario della maternità meno edulcorato e più reale, è nata da tutte le parole delle madri e “non madri” che mi scrivono costantemente.

Lei scrive “Perché madre non si nasce, lo si diventa”. In che modo lo si diventa?

Credo che tutte possiamo essere madri anche dei figli degli altri, non è necessario procreare per esserlo. Io ho molte madri putative che mi hanno insegnato tantissimo e spero che sia lo stesso per le mie figlie, non desidero nessun primato, anzi, non ne ho bisogno. Se le mie figlie allargheranno le maglie dell’amore credo di aver espletato il mio compito. La maternità è un processo lungo e complesso, sempre in completa trasformazione; credo poco nella storia dell’istinto.

E’ madre chi sa fare spazio…

Partiamo dalla prima pagina del libro: “E’ madre chi sa fare spazio”. E’ una frase molto bella, cosa significa esattamente?

Una madre deve saper fare spazio ad altro, sia nella sua esistenza che in quella dei figli, non pretendere nessun primato di devozione e nello stesso tempo non caricare i figli dei propri bisogni di compensazione. I figli non hanno il compito di riempire i nostri vuoti o quelli della coppia.

Un’altra affermazione molto rilevante è: “E’ madre chi sa aprire varchi, costruire ponti, inventarsi percorsi”. Perché è importante questo, soprattutto al mondo d’oggi?

Non si può amare solo i propri figli e non ci deve bastare, di certo, se lo facessimo non potremmo definirci buone madri, l’amore apre e costruisce ponti, non chiude mai.

Un’altra correlata alla precedente è senz’altro: “E’ madre chi accoglie senza distinzione di colore, sesso e religione”. Continui Lei…

Come insegnante e come madre, ma soprattutto come donna, penso che il posto in cui siamo nati sia solo una questione di fortuna, molto spesso, quando vedo sofferenza negli occhi delle altri madri e degli altri bambini e bambine, mi chiedo: E se fosse successo a me? Se dovessi scappare dalla povertà, dalle guerre, da stupri… cosa farei? Salirei su un barcone tentando il tutto per tutto?… Sì, lo farei per salvare i miei figli e quindi, noi che siamo nate qui, dobbiamo farci carico di ogni forma di accoglienza. È un nostro dovere.

Cinzia, oggi è tutto complicato, perfino l’amore, che dovrebbe essere una cosa semplice. Come mai, secondo Lei, si tende ad aggrovigliare, anziché semplificare?

Credo che l’amore non basti e che sia giusto raccontare la verità; dentro a una coppia – qualunque essa sia- ci sono le storie personali, le insicurezze, la cultura, la posizione economica, i ruoli di potere. L’amore traina, porta a galla, racconta una realtà e amare, anche in questo caso, per quanto mi riguarda, vuol dire allargare le maglie, non tenere a sé ma lasciare libero l’altro. L’amore prevede che ognuno possa coltivare le proprie passioni, i propri interessi, non può e non deve chiudersi solo all’interno di quella che viene considerata famiglia in senso tradizionale.

Cosa ne pensa del detto secondo il quale “la felicità sta nella facilità”? 

Quando siamo dentro alla felicità difficilmente ce ne accorgiamo, la sfida è proprio questa. Sapere che siamo alla ricerca costante della felicità e non è l’obiettivo finale a renderci veramente felici ma la strada. E’ il percorso di ogni giorno a cui dovremmo dare valore, il “mentre”.

Cinzia, Lei è un’insegnante. Cosa nota nelle madri di oggi? Una nota positiva e una meno positiva. 

Come insegnante non posso che sentirmi vicina alle madri di oggi – che non sono diverse da quelle di ieri. Forse sono più spaventate, più insicure, perché, oggi – a differenza di ieri – per fortuna ci sono maggiori consapevolezze e le nostre vite oscillano tra il desiderio di non dimenticarci chi siamo, la lotta per i diritti ed essere delle madri buone.

“E’ madre chi lascia la porta aperta, anche se non viene oltrepassata da tempo”. Cosa direbbe a chi non oltrepassa la porta?

Non so cosa direi a chi non oltrepassa la soglia, so cosa direi a chi sta ad aspettare: direi di non farlo, di andare avanti, ma di tenere sempre un filo con quel figlio o figlia che ci vuole stare lontani. Si è madri anche così. Le madri deludono e figli anche, è la vita: umana e imperfetta.

Oggi in tante scelgono di non avere figli, oppure non ne hanno incontrato le circostanze, oppure non possono averne. Ma lei scrive: “Essere madre è una condizione, uno stato. E non ha a che fare solo con la nascita di un figlio, spesso ha a che fare con la capacità di prendersi cura dei figli di tutti”. Come si arriva a questa consapevolezza?

Come ho già detto, nella mia storia, ho conosciuto tante donne che non hanno partorito e che sono diventate madri di altri, non solo madri adottive, ma madri di insegnamenti umani, di diritti, madri politiche. Essere madri non può essere solo legato al voler salvare i propri figli, essere madre vuol dire fare delle scelte umane e coraggiose per tutti e tutte. Mentre scrivo, una di queste donne, Michela Murgia, se n’è andata, lei è l’esempio di come ognuna di noi può diventare madre. Madre di idee, di scelte e di coraggio, per questo penso che la maternità sia legata a una condizione. La consapevolezza l’ho raggiunta leggendo molto le donne e grazie alle donne che in questo mondo hanno avuto e hanno la forza di combattere gli stereotipi e le disuguaglianze per tutti e tutte.

Note: per l’immagine di copertina dell’articolo Foto di Jose Antonio Alba da Pixabay

E’ madre chi? Scopriamolo con l’autrice Cinzia Pennati ultima modifica: 2023-08-27T15:34:10+02:00 da Antonella Marchisella

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